da
F. Dostoevskij
Delitto e Castigo
BUR 1995
p. 205 - 206

[parla Raskolnikov]
"Non dico precisamente cosi' nel mio articolo", comincio' egli, prendendo un tono semplice e modesto. "Pero' riconosco che voi l'avete riassunto quasi esattamente, anzi, se volete con perfetta esattezza... (Pareva che gli facesse piacere ammettere che il suo scritto era stato riassunto con perfetta esattezza.) Vi e' una differenze in una sola cosa: io non sostengo affatto che gli uomini straordinari abbiano l'assoluto dovere, l'obbligo di commettere sempre ogni specie d'infamie, come dite voi. Credo, inoltre, che un articolo simile non l'avrebbero neppure lasciate stampare. Io ho puramente e semplicemente espresso il pensiero che l'uomo STRAORDINARIO ha il diritto... non gia' il diritto ufficiale, ma un diritto suo, d'autorizzare la propria coscienza a scavalcare... alcuni ostacoli, ma unicamente nel caso che l'attuazione della sua idea (salutare talvolta, forse per tutta l'umanita') lo esiga. Voi avete detto che il mio articolo non e' chiaro> io sono pronto a spiegarvelo, per quanto e' possibile. Forse non m'inganno supponendo che questo e' proprio il vostro desiderio. Secondo me, se le scoperte di Keplero e di Newton, a causa di qualsiasi circostanza, avessero avuto la possibilita' di essere note agli uomini, soltanto mediante il sarificio della vita di persone, che a quelle scoperte si fossero opposte, o che ne avessero ostacolato il propresso, Newton avrebbe avuto il diritto, l'obbligo anzi di.... sopprimere quelle dieci, quelle cento persone per far conoscere le sue scoperte a tutta l'umanita'. Da questo pero' non bisogna dedurre che Neton avesse il diritto d'uccidere chiunque, a suo piacere, o di rubare ogni giorno al mercato. In alcune pagine del mio articolo, mi ricordo, svolgo l'idea che tutti... per esempio, anche i legislatori e i riformatori delle istituzioni umane, cominciando dai piu' antichi, continuando con Licurgo, Solone, Maometto, Napoleone eccetera, tutti dal primo all'ultimo, furono dei delinquenti, per il solo fatto che, dando una nuova legge violarono l'antica, religiosamente venerata dalla societa' e tramandata dai padri, e non si fermarono neppure dinanzi al sangue (talora innocente quanto mai e valorosamente versato in difesa dell'antica legge), se questo sangue poteva esser loro utile. E' anche da notare che molti di questi benefattori, molti di questi riformatori delle istituzioni umane furono terribili spargitori di sangue. Insomme io dimostro che tutti gli uomini, non solo i grandi, ma anche quelli che s'elevano appena appena al di sopra del livello comune, quelli che son capaci di dire qualcosa di nuovo, devono assolutamente, a causa della loro natura, essere dei delinquenti, piu' o meno, s'intende. Altrimenti sarebbe loro difficile uscire dalla carreggiata di tutti e a rimanervi, naturalmente, essi non possono acconsentire, sempre a causa della loro natura, e, secondo me, hanno il dovere di non acconsentire. Come vedete, finora nel mio articolo non c'e' nulla di nuovo. Queste cose sono state stampate mille volte, ognuno le ha lette mille volte. In quanto poi alla mia divisione in uomini ordinari e straordinari, riconosco che e' alquanto arbitraria, ma, vedete, non insiste su cifre determinate. Credo soltanto nella parte essenziale del mio pensiero. Essa afferma che gli uomini, per legge di natura, si dividono, in generale, in due categorie: la categoria inferiore (quella degli uomini ordinari), che e' per cosi' dire, composta di materiali che servono unicamente a procreare individui simili a loro, e quella degli uomini veri e propri, che hanno il dono o la capacita' di dire nel loro ambiente una parola nuova. Le suddivisioni, s'intende, sono infinite, ma i tratti caratteristici delle due categorie sono abbastanza marcati: alla prima categoria, cioe' a quella dei materiali, appartengono, in via di massima, gli uomini per natura loro conservatori, morigerati, che vivono nell'obbedienza e hanno piacere d'essere obbedienti. E, secondo me, hanno anche il dovere di esserlo, perche' vi sono stati destinati, e quindi, l'obbedienza non e' una cosa umiliante per loro. La seconda categoria e' composta di uomini che trasgrediscono la legge, di sovvertitori, o di individui inclini a diventar tali, a giudicare dalle loro attitudini. I delitti di questi uomini, s'intende, sono relativi e molto differenti; quasi tutti chiedono, in forme assai diverse, la distruzione del presente in nome d'un avvenire migliore. Ma se bisogna che uno di essi, per attuare la propria idea, passi, magari, oltre un cadavere, oltre il sangue, egli puo' a parer mio, nell'animo suo, in coscienza, dare a se stesso l'autorizzazione di passare oltre il sangue - a seconda pero' dell'idea e della sua misura - notate queste parole. Soltanto in questo senso io parlo nel mio articolo del diritto a delinquere, che hanno taluni individui. (Vi ricorderete che avevame preso le mosse da una questione giuridica.) Del resto non c'e' ragione d'agitarsi tanto: la massa non riconosce loro quasi mai queso diritto, li punisce e li impicca (piu' o meno) e non cio' adempie in modo assolutamente giusto la sua missione conservatrice, ma poi, nelle generazioni successive, questa stessa massa colloca quelli, che una volta furono puniti, su un piedistallo e s'inchina dinanzi a loro (piu' o meno). La prima categoria e' sempre padrona del presente, la seconda e' padrona del'avvenire. Gli uomini della prima consevano il mondo e lo aumentano numericamente; quelli della seconda muovono il mondo e lo conducono verso la meta. E gli uni e gli altri hanno lo stesso diritto d'esistere, e... VIVE LA GUERRE ETERNELLE..., fino alla Nuova Gerusalemme, s'intende."

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