da
Indro Montanelli
Qui non riposano
Marsilio 1982


poco prima dell'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, poco dopo la guerra tra URSS e Finlandia: a Stoccolma, il giornalista Antonio Bianchi e' a cena con l'ambasciatore italiano Fransoni e il colonnello pilota Casero


"Eravamo tra amici e subito si parlo" con grande schiettezza delle previsioni di guerra e di pace del nostro paese. Casero disse: "abbiamo mille apparecchi scassati. L'esercito non ha nulla, nemmeno le scarpe. Nel '14 eravamo in una situazione molto piu' brillante". Fransoni disse: "Machiavelli ammoniva che uno stato debole non dovrebbe mai allearsi a uno stato forte: perche' se lo stato forte perde, trascina nella sua catastrofe quello debole senza dargli modo di svincolarsi a tempo: se vince, lo tiene prigioniero della sua forza. Pero' noi ci alleeremo ugualmente e saremo perduti". Fui invitato anch'io a dire la mia. Dissi che, contrariamente agli slogan della retorica fascista, consideravo il popolo italiano come scarsamente guerriero. Guerrieri sono gli entusiasti. Il popolo italiano e' passionale, ma non entusiasta: pelle calda e testa ghiaccia. E' scettico. non crede a nulla, meno a cioš che il Guicciardini chiamava "il suo particulare". C'erano anche delle circostanze fisiche a rendere domestico e pacifista l'italiano. Guardando i soldati russi, tedeschi, finlandesi e polacchi, ero rimasto sbalordito dalle dimensioni delle loro mani e piedi. Erano omaccioni straordinariamente forti, animaleschi e insensibili. La vita individuale, per loro, non contava nulla. I loro capi li buttavano a massa nella fornace, e il singolo moriva con indifferenza, senza nemmeno lamentarsi. Gl'italiani sono piccoli e delicati, hanno un naturale e civile orrore del sangue, la vita individuale per loro e' tutto. L'unica realta' estraindividuale in cui credono non e' la patria, ma la famiglia. Per questo si battono bene solo quando sono attaccati e un nemico minaccia le loro case. Ma sono i meno imperialisti e xenofobi di tutti i popoli: sono dei civili mercanti, portati piu' alla ruse che alla forza.
Queste verita' non si sono mi potute scrivere. Per venti anni agl'italiani e' stato posto dinanzi agli occhi un ritratto di loro stessi che ne deformava i lineamenti nel modo piu' assurdo. Nella retorica fascista l'italiano si e' ammirato statuariamente atletico, nudo ma con l'elmo in testa, gonfi i muscoli del torace, agitando con la mano di marmo o di bronzo la fiaccola dell'ideale. E aveva finito col crederci. Ma il piu' bello e' che ci avevano creduto anche gli stranieri.

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