Il Piano Radio-Televisivo in tecnica Digitale
1.
Generalità
Il
Piano delle
Frequenze per la Televisione Digitale Terrestre è stato approvato
dall’Autorità per le Comunicazioni il 29 Gennaio del 2003.
Come
nel caso del Piano delle
Frequenze in tecnica Analogica (approvato nel 1998), l’obiettivo della pianificazione
è stato quello di definire una Rete Tipo: una Rete
Nazionale di Riferimento decomponibile a livello
Regionale in reti Singola-Frequenza.
La Rete di Riferimento è stata ottimizzata in modo tale da utilizzare il minimo
numero di frequenze, assicurare un’alta capacità trasmissiva (circa 20 Mbit/secondo), una copertura del territorio superiore all’80% (nella sua versione nazionale) e una copertura di
popolazione superiore al 90%. La necessità di decomporre a livello regionale la
Rete di Riferimento ha imposto l’uso di 3
frequenze per la sua realizzazione (Rete 3-SFN).
La rete è costituita da 267 trasmettitori mentre la rete di riferimento
analogica era costituita da 476 trasmettitori.
Questa diminuzione ha effetti positivi sui costi per i
“broadcaster”, sull’inquinamento elettromagnetico e
sulle problematiche relative al coordinamento internazionale.
Poiché il numero di canali disponibili (in
Banda III, IV e V) è pari a 54, la Rete di Riferimento può essere replicata in
18
copie. Di queste, in osservanza del rapporto 2/3-1/3 previsto dalla Legge
249/97 per le reti nazionali e regionali, 12 daranno luogo a “multiplex”
nazionali mentre ciascuna delle rimanenti 6 potrà essere decomposta in 21 “multiplex” regionali.
Nel
caso del Piano Digitale utilizziamo il termine “multiplex”
per indicare che ciascuna rete è in grado di “consegnare” all’utente 20 Mbit/sec (20 milioni di bit al
secondo). Tale capacità trasmissiva può essere utilizzata per
trasportare 4/5 programmi di buona qualità o un numero superiore di programmi
di qualità inferiore. In conclusione, il Piano ha indicato in 18 il numero
massimo di reti decomponibili a livello regionale e, di conseguenza, in 48/60 il
numero massimo di programmi nazionali e 24/30 programmi regionali (per ciascuna delle 21 Regioni o Province a statuto speciale).
Quindi,
come nel caso analogico, è stato raggiunto il principale risultato atteso
dall’attività di pianificazione: la definizione del
numero massimo di operatori nazionali sostenibili
dalla tecnologia televisiva digitale.
Ciascuna Rete Nazionale di Riferimento utilizza dunque tre
frequenze e si decompone in reti regionali singola-frequenza.
Accurate simulazioni di servizio hanno consentito di prevedere che un uso
ottimizzato delle risorse residue potrà condurre alla realizzazione di Reti Digitali locali di
II° livello analoghe per estensione e popolazione servita a quelle previste
dal Piano Analogico.
Una
novità di grandissima importanza nella realizzazione
del Piano Digitale è stata quella di limitare i vincoli radio-elettrici imposti
dal Piano al minimo livello possibile. In modo più specifico, il Piano non ha
definito in modo puntuale la struttura degli impianti trasmissivi,
ma si è limitato a verificare che una rete ideale di trasmettitori localizzati
in un sottoinsieme dei siti assentiti dalle regioni fosse in grado di
assicurare il servizio nazionale e regionale in accordo con i limiti della
legge e con i parametri di valutazione accettati a livello internazionale.
Il Piano Analogico del 1998 aveva ottimizzato e
prescritto al progettista la struttura dettagliata dell’antenna trasmittente
(diagramma, potenze, tilt etc), la polarizzazione
e il valore dell’offset di precisione. Al contrario, il Piano Digitale del 2003
ha utilizzato diagrammi d’antenna idealizzati e le polarizzazioni attualmente utilizzate nei vari bacini d’utenza, allo scopo
di lasciare al progettista la massima libertà nell’effettiva realizzazione
della rete reale.
2.
Sintesi degli elementi di dettaglio
Ø Una
Rete (Digitale o Analogica) è costituita da un insieme di trasmettitori,
ciascuno dei quali utilizza un canale
(frequenza) dello spettro disponibile.
Lo spettro a
disposizione, sia per le trasmissioni digitali che per quelle analogiche, è lo
stesso ed è costituito da 54 canali (frequenze).
Il numero di siti trasmissivi per rete è fissato
dalla pianificazione. Nel Piano Analogico del 1998 avevamo 476 siti mentre nel Piano Digitale questo numero scende a 267.
Ø La “struttura”
di una rete digitale è profondamente diversa da quella di una rete analogica.
Nel caso analogico la parola d’ordine è “utilizzare
canali diversi in trasmettitori vicini”. Nel caso digitale è invece “utilizzare lo stesso canale in trasmettitori vicini”.
Ø
Una Rete Digitale trasporta un “multiplex” mentre una Rete Analogica trasporta un solo
programma.
Nel Digitale i
concetti di “rete” e “programma” non sono più sinonimi.
Nel caso della
televisione analogica, una rete trasporta un solo programma (Canale 5, Rai 1, etc..). Nel caso della televisione
digitale, una rete trasporta “bit” e, quindi, programmi (fino a 5 di buona
qualità) e dati. Quindi, nell’ipotesi di 5 programmi per “multiplex”,
abbiamo un rapporto 1:5
tra il numero di programmi analogici e quello dei programmi digitali.
Ø Una
Rete Digitale di Piano può raggiungere la copertura dell’80% del territorio
nazionale utilizzando 267
siti di trasmissione e 3 canali (opportunamente ripetuti).
Il Piano
Digitale Televisivo messo a punto dall’AGCOM nel 2003, garantisce,
all’operatore che ne rispetti le prescrizioni, un servizio di qualità elevata
sull’80% del territorio nazionale (e più del 90% della popolazione). Si tratta
di percentuali elevate e compatibili con il dettato della legge 249/87.
L’operatore può raggiungere questa estensione del
servizio utilizzando un
solo canale per regione e un totale di 3 canali per la copertura del territorio
nazionale. Nella
mappa riportata sotto sono indicate in colore verde le aree del territorio
nazionale servite con qualità elevata da un “multiplex”
che rispetti le indicazioni del Piano Digitale (in Banda IV).
Ø Una
Rete Nazionale è ottenuta componendo Reti Regionali che usano
un solo canale (Reti Singola-frequenza “SFN-Networks”).
Nella mappa seguente
è rappresentata le decomposizione della Rete di
Riferimento del Piano Digitale in Reti Singola
Frequenza
Regionali. Ogni colore
rappresenta uno dei tre canali utilizzati per realizzare la Rete di
Riferimento.
Il massimo rendimento
si ottiene utilizzando la stessa frequenza in tutto il territorio regionale.
STRUTTURA REGIONALE DELLA RETE DIGITALE
Ø I
canali complessivamente disponibili sono 54. Una rete nazionale ha bisogno di 3 canali. Il
numero di Reti Nazionali (“multiplex”) (decomponibili in 21 reti regionali SFN) è 18 (12 dedicate ai programmi nazionali e 6 (per regione) dedicate
alle emittenti regionali).
Ø Il
numero di canali necessari a realizzare una Rete Digitale nazionale è uguale al
numero di canali necessari a realizzare una rete nazionale compatibile con il
Piano Analogico.
Il Piano
Analogico del 1998 ha fissato a 3 il numero minimo di canali necessari ad un
operatore per realizzare una rete nazionale. Quindi,
il numero massimo di reti nazionali analogiche realizzabili nello spettro
disponibile è pari a 18. Il Piano Analogico ha fissato in 17 il
numero di reti nazionali (11 per i programmi nazionali e 6 per quelli
regionali) per rispettare il dettato della 249/97 che riservava 3 canali alle
trasmissioni digitali.